Principi

PRINCIPI

DIGNITA' UMANA

Ogni persona, indipendentemente da contesto e condizioni, è un essere unico e irripetibile. Tale eccezionale originalità non è portatrice di valore, ma valore in sé stessa, un valore inestimabile in quanto non comparabile con niente di altro e nessun altro. Una persona è infinitamente più della sua opera e del suo ruolo e inoltre la sua peculiare singolarità non la rendono in nessun caso sostituibile con un’altra. La somiglianza di competenze e l’uguaglianza di diritti non devono essere confuse con l’intercambiabilità. 

BENE COMUNE

Se la persona è un essere unico, di inestimabile valore indipendentemente dai suoi attributi, allora l’obiettivo dell’impresa (come della società) sarà quello di porre in essere un complesso di fattori umani, relazionali, materiali, sociali, etc. che consentono a ciascuno di poter esprimere al meglio il suo potenziale. Questo è proprio il Bene Comune: l’insieme delle condizioni che permettono ad ogni persona di raggiungere il proprio più pieno e rapido perfezionamento. Solo nell’ottica del Bene Comune si salvano sia l’autonomia che l’interesse pubblico. . Se ragioniamo in questi termini entreremo nella logica cooperativa, che salva la libertà personale ma la accompagna alla responsabilità verso tutti e ciascuno.

SOLIDARIETA'

Tra gli attori economici è auspicabile un legame di tipo solidale, nel quale ciascuno mantiene la propria peculiarità come valore condiviso per la reciproca edificazione. La solidarietà non è un principio sentimentalista di vago buonismo, ma una definizione ben precisa di rapporto sociale che implica l’indissolubilità delle relazioni (solidus) e la condivisione delle responsabilità. Lo spirito di comunione che pervade un’impresa costruita sul principio di solidarietà è una felice conseguenza che ingenera responsabilizzazione reciproca e soddisfazione personale. Una realtà solidale, insomma, è più solida e in essa ci si lavora con piacere.

SUSSIDIARIETA'

La sussidiarietà è quel principio per il quale ci si sostiene vicendevolmente, indipendentemente dai ruoli. Esistono due declinazioni possibili: una verticale e l'altra orizzontale. Secondo la prima, la sussidiarietà verticale, gli organi di posizione superiore devono astenersi dal fare ogni volta che un organo sottoposto può agire per proprio conto e, nello stesso tempo, devono fornire a questo gli strumenti necessari per essere il più autonomo possibile; la sussidiarietà orizzontale, invece, si traduce nella ripartizione di competenze fra uffici di pari livello al fine di semplificare ed efficientare le varie funzioni fra loro complementari. Ogni ufficio lavora in autonomia ed equità rispetto all'altro, ma fra loro tutti hanno un rapporto di sostegno reciproco. 

PARTECIPAZIONE

In qualsiasi organizzazione, ciascuno è chiamato nel suo ambito e rispetto alle proprie competenze, a prendersi le responsabilità che gli spettano e riportare proattivamente le varie istanze all’organo deliberativo. Questo approccio, logica conseguenza del principio di sussidiarietà, si definisce organicista. La partecipazione organica descrive la società (che sia l’azienda o un intero paese non cambia in questo caso) come un corpo unico composto di organi, appunto, differenti fra loro, interconnessi e di pari valore. Ciascun apparato quindi è legato indissolubilmente (solidalmente potremmo dire) all’altro e deve avere una propria rappresentanza all’interno dell’organo decisionale.
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