Leadership

LEADERSHIP

Una "nuova leadership"

Se il mondo, nonostante ci sia stato un proliferare di guru e santoni della leadership a tutti i livelli, ha ancora tanti problemi e tante disuguaglianze, qualcosa non deve esser andata per il verso giusto.
Dovevamo aspettare il Covid-19 per rivedere alcune dinamiche in ambito lavorativo? Perché non siamo riusciti ad anticipare alcuni processi irreversibili? Forse la parola “cambiamento” tanto in auge è solo un concetto astratto ripetuto a memoria dal formatore superesperto di turno?
Non si tratta di essere un leader nuovo. Non è questione di età o di novità. Non ha nulla a che fare con questioni generazionali o innovative. Qui si tratta di scegliere liberamente, ma seriamente, se essere o non essere un leader.
Ciascuno di noi ha una leadership. Per elezione, per nascita, per meriti aziendali, per curriculum… ciascuno di noi, nella vita, è chiamato a prendere delle decisioni.
La nuova leadership è la consapevolezza – che tu lo voglia o no – di essere leader nelle cose che ti si presentano ogni giorno. Di rispondere dando la vita davanti alla tentazione della mediocrità e della sciatteria.
La “nuova leadership” non ha un libretto di istruzioni, un bugiardino da leggere e da ripetere pedissequamente. No. Presuppone una scelta, un’opzione fondamentale e molto etica: la decisone matura e consapevole se correre il rischio di darsi o non darsi in pasto. Se giocarsi o non giocarsi. Se essere o non essere leader, per l’appunto. 
E questa scelta nasce spontaneamente o si può suscitare? Tutte e due, ma la maggior parte delle volte dorme – per paura – dentro di noi.

Leadership e Bene Comune

“Nel mondo di oggi la corsa al profitto e il capitalismo si confrontano con problemi quali sostenibilità ambientale, povertà, crisi economica e di valori… per questo è necessaria una leadership diversa da quella insegnata nelle scuole di management…”.
Niente di più vero. Come mai, infatti, dopo tutti i corsi sulla leadership che sono stati e vengono tuttora effettuati nelle più importanti multinazionali, dopo la formazione fatta al personale di tutti i governi del mondo, dopo il proliferare di percorsi per migliorare la propria vita sponsorizzati sui social network, il mondo non se la passa poi tanto bene?
Perché c’è ancora tanta diseguaglianza? Perché se i leader mondiali hanno consulenti strapagati sul tema della leadership, assistiamo ad una corsa sfrenata al profitto, agli armamenti, allo sfruttamento miope delle risorse della terra?
La leadership insegnata sinora nelle scuole di management non ha una base etica. Perché i percorsi che vengono proposti e acquistati dalle aziende o dagli organi governativi per i loro dirigenti e funzionari hanno come fine ultimo quello di insegnare a realizzare i propri obiettivi. Ma non sempre i nostri obiettivi coincidono con il Bene Comune.

Autorevolezza

La leadership non è una qualità o una caratteristica definibile o descrivibile, ma un luogo, uno stato, una funzione. Avere una leadership equivale ad avere un luogo dal quale gli altri vengono influenzati, un lavoro dal quale essere un esempio, un’autorevolezza da esercitare. Tutti abbiamo una leadership, tutti abbiamo qualcuno che ci segue e che si fida di noi. La leadership quindi è l’occasione che ci è stata data per migliorare il mondo. È l’opportunità che abbiamo per far crescere gli altri. Quando ti diranno “Tu hai una grande leadership”, di fatto ti stanno dicendo: “Non perdere l’occasione per fare della tua vita un capolavoro!”.
Il livello più alto di leadership è l'autorevolezza, la capacità di far crescere. Esistono numerosissimi esempi storici che indicano qual è questa attitudine: la capacità di abilitare coloro che dall'autorità vengono interessati, di "sbloccare", di mettere ogni persona nella condizione di poter esprimere il proprio meglio. 
La leadership autorevole è esemplarità
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